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Dopo un trauma, nella persona si verifica una scissione in tre parti: parte traumatizzata, parte in sopravvivenza e parte sana.

Parte traumatizzata

Lo shock del trauma si accompagna a:

  • congelamento
  • fuga
  • attacco
  • panico
  • impotenza
  • disperazione
  • dolore
  • rabbia
  • vergogna
  • sensi di colpa
  • perdita di memoria
  • ricerca di una via d’uscita

Il trauma non “invecchia”: la persona rimane bloccata al momento in cui l’esperienza traumatica (conflitto programmante) è avvenuta.
I trigger (coflitti scatenanti) riattivano il trauma coi relativi automatismi: stessi sentimenti e reazioni già vissuti al momento del trauma che sta a monte.
Ciò che è avvenuto di tragico, c’è ed è reale. Non si può più tornare indietro, si può soltanto tenere l’evento fuori dalla consapevolezza: la persona traumatizzata si blocca al momento prima del verificarsi del trauma.

Parte in sopravvivenza

Ha il compito di proteggere la persona dal riemergere del ricordo del trauma. Caratterizzata da:

  • rimozione
  • negazione
  • controllo
  • compensazione: impegni (ad es. obblighi, vivere “per il lavoro”, buttarsi nel volontariato)
  • percepirsi unicamente attraverso sintomi fisici o malattie
  • sminuirsi
  • illusione: egocentrismo (megalomania, religione, spiritualità, ideologia, benessere economico/status symbol)
  • dissimulazione (parlare tanto, artificiosità, essere svampiti, fare i matti, lamentarsi tanto di altro e altre persone, finta allegria)
  • dipendenze (fumo, alcool, droghe, sesso, shopping, gioco, cibo, debiti, social network, attività fisica, collezionismo)

Spesso il costellatore ha il compito di “smontare” la parte “in sopravvivenza” del cliente; tale parte, se da un lato protegge dal percepire il trauma, dall’altra non permette di vedere la realtà per quella che è e di acquisire, quindi,  nuove esperienze, andando oltre.

Parte sana

Continua a fare ricorso al ragionamento nello svolgere le azioni della vita quotidiana, pianificandoli in una sequenza temporale, in fiducia nelle proprie capacità

  • resilienza
  • riconoscere i propri traumi
  • distinguere tra sentimenti propri o acquisiti
  • sciogliere i legami irretiti
  • acconsentire al proprio sistema familiare
  • rafforzare la propria volontà
  • autonomia
  • distinguere tra realtà, negazione, illusione e finzione
  • coerenza
  • esigenza di chiarezza e verità
  • comprensione della cornice sociale, morale, etica
  • disponibilità percettiva
  • capacità di gestione dei sentimenti
  • immaginazione creativa
  • chiarezza di pensiero
  • abilità di memorizzazione
  • facoltà di autoriflessione
  • empatia
  • capacità di reggere la conflittualità
  • assunzione di responsabilità
  • avvertire pericoli reali
  • articolare i propri interessi
  • porre limiti
  • autoconsapevolezza
  • equilibrio sociale
  • capacità di riappacificazione
  • ricerca attiva di soluzioni
  • capacità di trovare persone di riferimento e costruire relazioni sociali
  • maturazione, autodeterminazione e autodecisione sessuale

Le esperienze traumatiche possono essere viste come comprensibili, gestibili e sensate. La persona traumatizzata non si vive come l’oggetto di altre persone o di circostanze negative: difronte al proprio destino rimane un soggetto a sé stante con i propri pensieri, sentimenti e azioni.

Grazie per la preziosa presentazione fatta da Elisabetta Battaglia, costellatrice specializzata nel metodo Freni, basata sul lavoro di Franz Ruppert “Scissione nella psiche e guarigione interiore”.

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